Molti lavori hanno cercato di spiegare quale ruolo abbia il genitore all’interno del contesto sportivo (Harwood e Knight, 2015), dimostrando che il suo supporto e interesse sia cruciale perchè i figli continuino a giocare, così come una buona parte dello stress che condiziona il gioco dei giovani atleti sia causato dai genitori stessi, danneggiando non solo la prestazione ma anche la relazione genitori-figli.
Per questo motivo sono diverse settimane che ho deciso di approfondire le 7 diverse tipologie di genitore nello sport individuate da Van Mullem e Cole (2015), presentando le caratteristiche distintive e le loro modalità comunicative.
Nel precedente articolo ho deciso di affrontare il genitore orientato all'espetto economico e quello verbalmente violento, mentre oggi concluderò la rassegna presentandovi il genitore spettatore e l'osservatore dell'orologio.
IL GENITORE SPETTATORE
Una delle più grandi sfide per i genitori nello sport è di rinunciare al controllo, di affidarsi all'allenatore per fornire una guida positiva (Brown, 2003). Tuttavia, a volte tale fenomeno avviene alla cieca, a priori, credendo che tutti gli allenatori abbiano a cuore il miglior interesse per i loro figli, mentre altre volte avviene per scarso interesse del genitore, che "parcheggia" il figlio al centro sportivo.
Per identificare il genitore “sottomesso”, rifletti su quelli che interagiscono meno con l'allenatore e con la squadra, potrebbero farlo per uno dei seguenti motivi:
Credono che lo sport competitivo possa fornire risultati, valori ed esperienze positive;
Hanno poca o nessuna esperienza con lo sport competitivo, mettendoli a disagio nell’interazione;
Per comunicare in modo efficace, trova strade per generare conversazioni, cerca opportunità per connettersi e conoscerli meglio. Questo permetterà di farlo sentire apprezzato e di aprirsi.
Idealmente, però, un allenatore vorrebbe che un genitore rimanga sempre nel ruolo di spettatore, perché troppa interazione e incoraggiamento possono portarli a farli diventare più coinvolti del necessario, anche oltre le loro capacità di essere utili.
IL GENITORE CON IL CRONOMETRO
Sebbene gran parte del coaching sia soggettivo (Dorfman, 2003), l'orologio fornisce al genitore un mezzo oggettivo per valutare non solo la quantità ma anche erroneamente la qualità di gioco del proprio ragazzo, valutando la partecipazione e la relativa esperienza nello sport.
Di solito, per identificare il genitore che osserva l'orologio, guarda se:
sottolinea l’importanza del tempo per giudicare il talento;
considera importante l’inizio e la fine dell’allenamento;
confronta il tempo giocato dal proprio figlio con un altro giocatore.
Per comunicare efficacemente con questo genitore è necessario effettuare una riunione, prima della stagione, per stabilire le aspettative e gli standard di lavoro, trasmettendo a tutti lo stesso messaggio, distinguendo tra quantità e qualità del tempo, nonché sulle caratteristiche e sui comportamenti dell’atleta (Kretchmar, 2013).
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