Ci si è sempre chiesti quanto possa durare una carriera di un tennista e quali siano i fattori che possano determinarla. Se nel precedente articolo abbiamo approfondito cosa serve per entrare nel circuito pro, oggi ragioneremo sull'importanza del clima motivazionale per raggiungere l'eccellenza.
Un recente studio ha considerato i fattori legati all’età dei primi 100 classificati al mondo, sia uomini che donne, dal 1984 al 2013. La ricerca ha evidenziato uno spostamento verso età più anziane e carriere sportive più lunghe, con un aumento medio dell’attività professionistica di circa 3 anni per i tennisti e di 1 anno e mezzo per le tenniste. Inoltre, confrontando maschi e femmine, la top 100 è stata raggiunta circa 1 anno prima nelle femmine rispetto ai maschi, così come per il picco di performance, ottenuto dalle tenniste a 23 anni e mezzo, mentre dai tennisti a quasi 25 anni. Tuttavia, gli uomini sono rimasti nella top 100 per un periodo leggermente più lungo rispetto alle donne (circa metà stagione in più).
Nello specifico, analizzando trent’anni di dati longitudinali, Li e colleghi (2018) hanno ipotizzato che il decorso temporale dello sviluppo e della traiettoria di carriera dei giocatori di alto livello nel tennis professionistico duri circa due decenni. Infatti, i migliori 10 giocatori hanno trascorso circa 10 anni dall'età in cui hanno iniziato a giocare a tennis per raggiungere un livello junior internazionale (sia maschi che femmine a circa 5 anni e mezzo) e altri 10 anni per raggiungere la loro miglior classifica (ATP o WTA). Tuttavia, nel 2022, dati aggiornati, hanno evidenziato che l'età media dei primi 100 uomini in classifica era aumentata di circa 2 anni.
Pertanto, se ci vogliono circa 20 anni affinché i giocatori raggiungano le massime prestazioni, il ruolo dell’allenatore e degli altri soggetti interessati in stretta prossimità sociale con l’atleta (ad esempio genitori, preparatori atletici, psicologi dello sport, compagni di allenamento e altre persone significative) è fondamentale nel loro percorso di crescita/abbandono sportivo????
Certamente si, ed in particolar modo il clima motivazionale creato dall’allenatore.
Quest'ultimo può influenzare la qualità, la tecnica e il vissuto sia dell’allenamento che della gara, nonché ha il potenziale per facilitare uno sviluppo positivo della salute, compreso l’accumulo di benefici fisici, psicologici e sociali (Duda e Appleton, 2016). Più specificamente, ciò che dice e fa l’allenatore, e il modo in cui struttura l’ambiente, può influenzare, positivamente o meno, l’interpretazione e le risposte di un atleta allo sport. Pur riconoscendo la complessità del tema, Duda e colleghi suggeriscono principi guida che possono essere utilizzati per aiutare gli allenatori ad individuare i comportamenti di empowerment e depotenziamento (come rappresentato in figura).
Considerando e soddisfacendo le dimensioni del clima di empowerment, gli allenatori possono contribuire positivamente all’esperienza tennistica a lungo termine e influenzare risultati prestazionali sani e duraturi.
Concludendo gli allenatori, i genitori e tutto lo staff potrebbero essere in grado di navigare nella complessità del clima motivazionale facendosi aiutare dalla figura dello psicologo dello sport, rafforzando un contesto responsabilizzante ed evitando comportamenti depotenzianti.
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Bibliografia
Per tutti i riferimenti bibliografici consultare l’articolo di Kylie Moulds, 2023. How important is the coach-created motivational climate on player longevity?. International Tennis Federation, COACHING & SPORT SCIENCE REVIEW, December 2023. 30th Year. Issue 91. 51-54 ISSN 2225-4757, https://doi.org/10.52383/itfcoaching.v32i91.494
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