Recentemente mi sono imbattuto in un interessante chiarimento, da parte dell'esperta collega Laura Bortoli, sulla figura dello Psicologo dello Sport.
Per maggiori informazioni vi rimando all'articolo completo su Psychiatry On Lineh www.psychiatryonline.it/node/7834, se invece siete interessati ad un breve riassunto vi invito a continuare la lettura.
Ho cercato di dividere l'articolo in 2 parti, una più "teorica" (che troverete di seguito), ed una più "pratica" (che farò uscire nelle prossime settimane), e di arricchirlo con qualche link, considerazione personale e informazione utile.
Ma partiamo dagli inizi...
L’origine della Psicologia dello sport viene attribuita a Coleman Griffith, con la pubblicazione di due testi nel 1926 e nel 1928: Psychology of Coaching e Psychology of Athletics, ma il vero sviluppo si ebbe comunque solo a partire dal 1960, con lo psichiatra italiano Ferruccio Antonelli, che nel 1965 organizzò a Roma il primo convegno internazionale. In quell’occasione venne anche costituita l’International Society of Sport Psychology (ISSP) e lo stesso Antonelli venne eletto come primo presidente.
Se volete capire come funziona la Psicologia dello Sport nel mondo fate un salto nel loro sito, interessanti sono sicuramente le sezioni dedicate alle pubblicazioni e agli eventi. Io ho avuto la fortuna di essere presente e presentare delle ricerche sia al cinquantenario dell'ISSP a Roma nel 2015 che al convegno mondiale tenutosi a Siviglia nel 2017.
Next stop TAIPEI, 2021 !!!
Di cosa si occupa ??
La Psicologia dello sport si occupa dei fattori cognitivi ed emozionali che incidono
sulla prestazione e, contemporaneamente, degli effetti della pratica sportiva sulla dimensione psicologica dell’atleta (Cox, 2012). Più recentemente, l’interesse della Psicologia si è esteso anche al campo dell’esercizio fisico, cioè ad una tipologia di attività motoria finalizzata alla salute e al benessere della persona.
Tale integrazione e sovrapposizione di ambiti ha però creato a volte difficoltà proprio nel campo della formazione della figura che dovrebbe operare in quest’area e nell’individuazione del suo profilo professionale (Brewer, 2009).
Quale formazione dovrebbe avere ?
La formazione universitaria in Psicologia dello sport è organizzata, sia a livello europeo che extra-europeo, in due percorsi diversi, quello delle Scienze psicologiche e quello delle Scienze motorie e sportive, con successivi master universitari post-laurea e dottorati specifici in Psicologia dello sport.
Nei paesi in cui il titolo di psicologo è protetto e regolamentato, come ad esempio in Italia e nei paesi scandinavi, il percorso possibile è solo il primo, anche se nel nostro paese l’esperienza di master universitari post-laurea in Psicologia dello sport è stata sporadica e limitata, e non si è mai consolidata in veri e propri percorsi regolari e continuativi. Esistono invece variegate agenzie formative private, con iniziative molte volte aperte anche a non psicologi, che formano figure altrettanto variegate (mental coach, motivatori, mental trainer o genericamente denominate come esperti in psicologia dello sport).
Aperta e aspra è la diatriba nei confronti della bontà di tali figure professionali, ma ancora di più dovrebbe esserlo a mio avviso verso chi li forma, ma questa è tutta un'altra storia, o forse no ???
Formazione specifica si o no ???
La situazione in Europa ... !
In Europa ci sono 2 importanti organizzazioni che si occupano di Psicologia dello Sport la European Federation of Sport Psychology (FEPSAC) e l'European Network of Young Specialists in Sport Psychology (ENYSSP).
La FEPSAC è il corrispettivo dell'ISSP in Europa e quest'anno organizza il suo convegno a Munster, in Germania, dal 15 al 20 Luglio. E' un congresso che viene realizzato ogni 4 anni ed è sicuramente un esperienza unica per chi volesse avvicinarsi alla Psicologia dello Sport con un occhio più scientifico.
L' ENYSSP, invece, è un network di giovani Psicologi che si occupano di sport e che ogni anno organizza 3 giorni di convegno dove il confronto tra colleghi e lo scambio di esperienze pratiche la fanno da padrona. Quest'anno avremo la fortuna di ospitare a Trieste la conferenza, dal 23 al 25 Maggio, ed onestamente non avete scuse per perderla.
Nel prossimo articolo cercherò di approfondire invece il contesto italiano ed entrerò più nel dettaglio, non soltanto della formazione che deve avere (McCann, 2005), ma anche degli ambiti lavorativi in cui può operare lo Psicologo dello Sport.
Per chiunque fosse interessato ad approfondirne di più vi consiglio di leggere cosa faccio nella mia pagina personale https://www.sergiocostapsicologosport.com/cosa-fa-psicologo-sport-roma oppure di contattarmi alla mail costasergio@hotmail.it o al numero di telefono +39 3899715681.
Se invece ti interessano altri articoli sulla preparazione mentale potrai trovare nella mia sezione articoli su le convinzioni di efficacia personale, sull'allenamento percettivo-cognitivo, sul livello ottimale di prestazione, e molto altro.
Riferimenti bibliografici
Brewer, B.W. (2009). Introduction. In B.W. Brewer (Ed.), Handbook of sports medicine and science: Sport psychology (pp. 1-6). Oxford, UK: Wiley-Blackwell.
Cox, R.H. (2012). Sport psychology: Concepts and applications (7th ed.). New York, NJ: McGraw-Hill.
McCann, S.C. (2005). Roles: The sport psychologist. In S. Murphy (Ed.), The Sport Psychology Handbook (pp. 293-304). Champaign, IL: Human Kinetics.
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