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Sergio Costa

Le convinzioni di efficacia si possono allenare?

Bandura (1997) definisce il senso di autoefficacia come le convinzioni che il soggetto ha circa le proprie capacità di organizzare ed eseguire le sequenze di azioni necessarie per produrre determinati risultati in domini specifici.

L’ambito sportivo è uno dei tanti contesti in cui appare significativo il contributo delle credenze di efficacia personale, risultando determinante sia in fase di allenamento, dove promuove la costruzione e il perfezionamento della prestazione, sia in fase di gara, in quanto ottimizza la scelta delle strategie, l’erogazione degli sforzi e l’esecuzione delle diverse attività (Militello e Steca, 2008).

Vari sono i meccanismi attraverso i quali le convinzioni di autoefficacia influenzano positivamente l’autoregolazione e il successo dell’atleta (Bandura, 1997; Feltz, Short, e Sullivan, 2008):

  • favoriscono la scelta di obiettivi stimolanti;

  • sostengono l’impegno e lo sforzo anche quando i successi non si raggiungono facilmente;

  • comportano una maggiore capacità di concentrazione, soprattutto attraverso il controllo di pensieri intrusivi e una gestione adeguata dei fattori di stress e degli inevitabili momenti di crisi;

  • permettono di tollerare meglio la fatica e il dolore, e di recuperare più velocemente ed efficacemente dagli infortuni.

Bisogna notare, però, come il concetto di autoefficacia si differenzia da quello più noto di autostima perchè non riguarda un giudizio di valore personale ma quanto una persona si sente capace di fare una determinata cosa in un specifico contesto. Una persona infatti può giudicarsi irrimediabilmente inefficace in una data attività, come ad esempio correre una maratona, senza per questo patire una qualsiasi perdita di autostima (Bandura, 1997).

In un contesto sportivo di squadra anche l’efficacia collettiva risulta essere determinante per il successo e per il buon funzionamento di un gruppo, quanto la fiducia nelle proprie capacità personali. È, infatti, il senso di efficacia collettiva ciò che fortemente consente ai membri di una squadra di resistere e perseverare nei periodi in cui essa fatica a realizzare risultati positivi, di affrontare ostacoli e difficoltà senza scoraggiarsi, di reagire con successo a situazioni di forte pressione, e di mostrare l’impegno e la determinazione necessari a produrre buoni risultati.

La maggior parte degli atleti e degli allenatori crede, però, che le abilità sportive dipendano prevalentemente da doti innate, soprattutto quelli mentali; tuttavia, l’attitudine si trasforma in competenza attraverso un impegno assiduo piuttosto che per un programma innato. Le convinzioni di efficacia, tanto preziose per il successo e il benessere dell’atleta, infatti non corrispondono a convinzioni stabili e immutabili, ma possono cambiare ed essere allenate con opportune metodologie e tecniche di potenziamento.

Per essere sviluppate, le convinzioni di efficacia devono naturalmente essere conosciute, ovvero adeguatamente misurate. Da questo punto di vista, il poter disporre di strumenti specifici per la valutazione di ciò che gli atleti ritengono di saper fare, costituisce un notevole vantaggio nell’ottica della preparazione sportiva, in quanto in grado di fornire informazioni utili per realizzare una pratica di allenamento fondata sull’individuazione di “aree forti” e di “aree di miglioramento”, specifiche e personali, sia dell’atleta che della squadra (Costa, Greco e Steca, 2018; Costa, Livi e Polani, 2015).

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L’applicazione e, dove necessario, la ri-applicazione di una serie di strategie di potenziamento dell’efficacia percepita personale e collettiva, basate largamente sulle quattro fonti dell’auto-efficacia individuate da Bandura (Esperienza diretta, Esperienza vicaria, Persuasione verbale, Stati emotivi e fisiologici), risultano essere tappe fondamentali per potenziare soprattutto le aree in cui i giocatori sperimentano maggiori difficoltà e si sentono particolarmente inadeguati e inefficaci.

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Se invece ti interessano altri articoli sulla preparazione mentale potrai trovare nella mia sezione articoli su quando è utile iniziare un percorso di allenamento mentale, sull'allenamento percettivo-cognitivo, sul livello ottimale di prestazione, e molto altro.

BIBLIOGRAFIA

Bandura, A. (1997). Self efficacy: The exercise of control. New York, NY: W.H. Freeman.

Costa, S., Greco, A. e Steca, P. (2018). Una scala per la misurazione delle convinzioni di efficacia personale e collettiva nel calcio. Movimento, num. 34, Edizioni Luigi Pozzi.

Costa, S., Livi, S. e Polani, D. (2015). Una scala per la misura delle convinzioni di efficacia personale nel tennis. Il Giornale Italiano Psicologia dello Sport, num. 24, 3-8, Calzetti Mariucci Editori.

Feltz, D., Short, S., & Sullivan, P. (2008). Self-efficacy in sport. Champaign, IL: Human Kinetics.

Militello, J., e Steca, P., (2008). Nuove scale per la misura delle convinzioni di efficacia personale e collettiva nello sport. Giornale Italiano di Psicologia dello Sport, 2, 4-12.

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