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Sergio Costa

Le abilità visive e percettive nel tennis


Durante la ricerca di materiali utili per il mio dottorato in Neuroscienze e Imaging all'Università di Chieti mi sono imbattuto in un interessante elaborato che tenta di spiegare l'importanza delle abilità visive e dell'anticipazione nei giocatori di tennis.


Ho colto quindi la palla, o meglio, la pallina al balzo per fare un po' di chiarezza su un argomento molto delicato e di grande attualità, cercando così d spiegare anche quale sarà la mia attività e progetto all'interno del dottorato. Per ulteriori chiarimenti vi consiglio di leggere l'articolo “Does Visual Training Provide Competitive Advantage in the Perceived Stressful Situations of a Tennis Match?” di Federico di Carlo.

Leila Overney e colleghi presso l'Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (EPFL) in Svizzera hanno scoperto che i giocatori di tennis sono spesso migliori, rispetto al resto della popolazione, nelle abilità percettive, come la discriminazione della velocità e del tempo. Gli autori hanno cercato di determinare se giocare a tennis migliora solo gli aspetti sport specifici della percezione visiva (come la stima della velocità della pallina da tennis) o più in generale le competenze di base percettive, come il rilevamento della velocità in generale.


I ricercatori hanno confrontato le prestazioni dei giocatori di tennis esperti con quelle di non atleti e di atleti di un altro sport (triathlon) per verificare eventuali differenze legate allo sport e più in generale alla forma fisica.

Ogni soggetto ha quindi effettuato sette prove visive, che coprono una vasta gamma di funzioni percettive tra cui il movimento e la trasformazione temporale, il rilevamento di oggetti e l'attenzione, rispondendo attraverso dei pulsanti a degli stimoli proposti dal computer.

Overney e colleghi, nel loro articolo “Enhanced Temporal but Not Attentional Processing in Expert Tennis Players” (2008), hanno concluso che alcune capacità percettive sono positivamente associate al giocare a tennis, tra cui la velocità di elaborazione, e che i giocatori di tennis sono spesso più veloci e più precisi; tuttavia, gli effetti osservati sono piuttosto poco significativi per confermare che il tennis migliori tali abilità o che viceversa che tali lavori specifici possano migliorare la prestazione tennistica, come confermato anche dalla review di Federico di Carlo (2016).

Successivi lavori dovranno quindi essere in grado di dimostrare come i giocatori riescano ad anticipare i colpi del proprio avversario e a decidere in fretta cosa fare sotto pressione. Tali informazioni ci permetteranno poi di mettere in atto delle strategie di potenziamento per migliorare le prestazioni tennistiche.

La mia attività di dottorato cercherà proprio di approfondire questa tematica, prestando particolare attenzione alle attività corticali e ai relativi cambiamenti nel cervello, analizzati tramite elettroencefalogramma (EEG), dovuti all'anticipazione visiva e al decision making non soltanto nei giocatori di tennis.

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