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Sergio Costa

Il processo decisionale degli arbitri negli sport da combattimento

Gli arbitri devono possedere diverse abilità mentali, tra cui la percezione, la gestione delle proprie e altrui emozioni, e molto spesso anche l’interazione con l'atleta, ma la loro responsabilità principale è prendere decisioni. Nelle arti marziali, dove gli atleti eseguono rapide sequenze tecniche in un breve lasso di tempo, gli arbitri devono fare affidamento sulla propria memoria e conoscenza per prendere le decisioni più appropriate.


Nella kickboxing, ogni colpo viene valutato con 1 punto solo se il giudice lo rileva come “efficace”, e può arrivare fino a 3 punti nelle discipline del tatami. Inoltre, è sempre l’arbitro centrale che decide di dare sanzioni e penalità, per esempio per colpi proibiti o in zone non concesse. In una recente ricerca, l'analisi dei dati ha rivelato che considerando tutte le decisioni, la probabilità che tre arbitri giudichino accuratamente la decisione corretta varia dal 15,3% al 67,2%. Tuttavia, è essenziale notare che questa probabilità non rappresenta e influenza direttamente l’esito del combattimento. Infatti, una penalità “sbagliata” spesso si traduce in un “avvertimento verbale” e può non incidere affatto sui punti assegnati o tolti.


Per gestire efficacemente questa complessità, gli arbitri devono integrare la loro conoscenza dichiarativa (le regole sportive) con la conoscenza procedurale, acquisita attraverso l’esperienza pratica. Prendere decisioni, infatti, comporta una serie di passaggi che includono la percezione, la categorizzazione, l'elaborazione della memoria e l'integrazione delle informazioni.


Secondo le Teoria del doppio processo, esistono due tipi di processi mentali, uno rapido e istintivo, ed uno più lento e analitico. I processi decisionali razionali e intuitivi non si escludono a vicenda, ma si completano, offrendo spesso una solida base per il processo decisionale. I pregiudizi, tuttavia, possono influenzare tale processo e sono più diffusi negli arbitri meno esperti. Inoltre, ogni fase del processo decisionale svolge un ruolo cruciale nel garantire una decisione valida, sebbene possa variare a seconda delle caratteristiche specifiche della situazione da giudicare. Per gestire in modo efficace l’integrazione dei segnali e prendere decisioni in breve tempo, viene utilizzata l’elaborazione intuitiva anziché quella deliberata.


Tuttavia, fare affidamento esclusivamente sull’esperienza sul campo per migliorare il proprio processo decisionale potrebbe richiedere troppo tempo, come suggerito dalla regola delle 10.000 ore di pratica deliberata per diventare esperti. Quindi, per far fronte al tempo limitato e alla scarsità di eventi competitivi, sono stati creati dei programmi di formazione e di mental training attraverso l’utilizzo di video di scene di gioco reali, diventando una potenziale soluzione in differenti sport.


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Bibliografia

Per tutti i riferimenti bibliografici consultare l’articolo Hoelbling, D.; Salmhofer, A.; Gencoglu, C.; Baranyi, R.; Pinter, K.; Özbay, S.; Ulupinar, S.; Ozkara, A.B.; Grechenig, T. JudgED: Comparison of Kickboxing Referee Performance at a Novel Serious Game for Referee Improvement and atWorld Championships. Appl. Sci. 2023, 13, 9549. https://doi.org/10.3390/app13179549

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