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Sergio Costa

Il genitore deve essere un abile sarto: conosci la tecnica della riparazione?

In un mondo ideale, non sbraiteremmo mai contro i nostri figli, non li minacceremmo e non li faremmo mai sentire a disagio con sé stessi. Naturalmente è poco realistico credere di riuscire a comportarci così tutto il tempo, ma tutti noi possiamo imparare a ricucire lo strappo che abbiamo creato.


Se state leggendo questo articolo, volete sicuramente diventare il miglior genitore possibile e magari farlo anche nel contesto sportivo. Tuttavia, una cosa che può ostacolare il vostro cammino è proprio il giudizio, vostro e altrui. Le etichette “buon genitore/cattivo genitore” non aiutano perché tendono a estremizzare. È infatti impossibile essere sempre in perfetta sintonia con i figli, e a volte anche le migliori intenzioni possono avere conseguenze dannose. Ma dato che a nessuno piace essere etichettato come un “cattivo genitore” quando si fanno degli errori (e ne facciamo tutti, soprattutto nello sport), pur di sfuggire all’etichetta, fingiamo di non averli fatti. Questo comportamento non permette di esaminare e considerare in che cosa siamo distanti dai nostri figli, trascurando le loro esigenze emotive e non pensando a come potremmo migliorare la nostra relazione con loro.


Le rotture si verificano ogni volta che si crea un fraintendimento, o quando formuliamo supposizioni errate, o quando il nostro comportamento ferisce l'altro. Sono dunque inevitabili in ogni relazione significativa, intima e familiare. Ma non sono poi così importanti, perché quello che conta è la riparazione. Per ricucire gli strappi, dovete prima di tutto impegnarvi a cambiare le vostre reazioni: dovrete dunque riconoscere i motivi scatenanti e usare questa consapevolezza per reagire in modo diverso. Oppure, se vostro figlio è abbastanza grande da poter comprendere, potete scusarvi con lui.


Si, avete capito bene, non è rischioso scusarsi con i propri figli, ma anzi può portare numerosi vantaggi, perchè i nostri figli hanno bisogno di sentire che siamo reali e autentici con lui, non perfetti. Ci saranno momenti in cui proverete sentimenti spiacevoli per il vostro bambino o per qualcosa che lo riguarda, così come può capitarvi di provarne per il vostro partner, per uno dei vostri genitori, un amico o voi stessi. Se lo riconoscete, è meno probabile che possiate punire inconsapevolmente vostro figlio per i sentimenti che ha risvegliato in voi.


Eccovi quindi un esercizio che vi potrà aiutare a ripensare al passato e a comprendere i vostri comportamenti:


Invece di lasciarvi sopraffare dal senso di vergogna o di allontanarvi mantenendovi sulla difensiva e perseverando nel comportamento di rottura che adottate, chiedetevi: quale comportamento del bambino innesta in voi la reazione più negativa? Che cosa vi succedeva quando, da piccoli, vi comportavate allo stesso modo?


Ma c'è di più. Così come non dovremmo giudicare noi stessi, dovremmo tentare di non giudicare nemmeno i nostri figli. È tranquillizzante incasellare qualcuno e dimenticarsene, ma non fa bene a noi e di sicuro neanche alla persona incasellata. Non serve a niente bollare un bambino come buono o cattivo, o giudicarlo in qualsiasi modo, perché è difficile crescere bene nonostante le limitazioni di un'etichetta: il silenzioso, l'impacciato, il terremoto, portano tutte al cosiddetto effetto Pigmalione.


Gli esseri umani cambiano e crescono incessantemente, soprattutto quelli piccoli. E decisamente meglio descrivere quello che vediamo e dire che cosa apprezziamo, invece di giudicare. Lodate lo sforzo, descrivere ciò che vedete e sentite, incoraggiate il bambino senza giudicarlo, magari focalizzandovi su qualcosa di specifico, invece sul risultato. E perchè no, frequentate i percorsi di formazione di Genitori nello Sport che possano aiutarvi a prendere consapevolezza dei vostri comportamenti e di quelli che potrebbero essere d'aiuto per vostro figlio.


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