Le ricerche hanno dimostrato che gli arbitri tendono a mantenere alta la motivazione nonostante lo stress
e l'aggressività presente nel contesto sportivo (Folkesson, Nyberg, Archer e Norlander, 2002; Wolfson &
Neave, 2007).
Ma quali sono le motivazioni che possono spingere le persone ad arbitrare ??
motivazioni intrinseche, ad esempio, lo sviluppo personale, il divertimento, l'amore e l'eccitazione che da l'arbitrare (Hancock, Dawson, & Auger, 2015; Johansen, 2015);
motivi legati allo sport, come il voler essere attivi, il mantenere uno stile di vita sportivo e l'aiutare nel proprio sport, soprattutto per gli ex atleti, che si sono dovuti ritirare prematuramente (Schnyder & Hossner, 2016);
motivi legati al tifo, dove i fan potrebbero essere attratti dall'arbitraggio poiché desiderano influenzare l'ambiente sportivo (Auger, Fortier, Thibault, Magny e Gravelle, 2010) o essere parte di una comunità sportiva (Johansen, 2015);
motivazioni di personalità, come la necessità di esprimere autocontrollo (Samuel, Englert, Zhang e Basevitch, 2018) o estroversione (Balch & Scott, 2007);
remunerazione, anche se in piccola parte (Livingston et al., 2017).
I risultati di queste ricerche hanno anche sottolineato l'importanza di bilanciare l'arbitraggio con altri ruoli della vita, mantenendo così un'identità arbitrale multidimensionale e una doppia carriera. Infatti, Livingston e colleghi (2017), hanno dimostrato che negli arbitri c'è un tasso di abbandono annuale del 20%, soprattutto per le elevate richieste del contesto sportivo.
Con l'aiuto di un sostegno psicologico sarebbe quindi fondamentale cercare di supportare gli arbitri all'interno di questo percorso, alimentando una passione armoniosa, e non ossessiva, per la carriera arbitrale (Samuel, 2015, 2019).
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