La ricerca ha dimostrato che le emozioni di un atleta possono avere un impatto importante sul suo successo nelle competizioni sportive (vedi Hanin & Ekkakis, 2014 per un riassunto). Ad esempio, le esperienze di felicità ed eccitazione hanno entrambe dimostrato di avere benefici per le performance (Rathschlag & Memmert, 2015; Vast et al., 2010). Tuttavia, le relazioni tra le emozioni negative e le prestazioni sportive sono meno chiare. Tradizionalmente, i ricercatori hanno suggerito che le esperienze di rabbia hanno un effetto negativo (Lane & Terry, 2000); mentre Woodman et al. (2009) hanno mostrato dei vantaggi nel provare rabbia durante la competizione, forse perché provoca una maggiore generazione di energia mirata al raggiungimento di un compito (Robazza & Bortoli, 2007; Ruiz & Hanin, 2011).
L'ansia, invece, ha un effetto negativo (Judge et al., 2016), sebbene questo impatto possa essere migliorato attraverso una regolazione efficace (Wagstaff et al., 2012). Infine, lo sconforto, spesso causa una diminuzione delle capacità degli atleti per via di una riduzione dell’attivazione associata (Lane et al., 2001).
Tuttavia, secondo Freemantle e colleghi (2021), al momento non esiste un questionario conciso e pratico per valutare efficacemente le emozioni in gara degli atleti. Innanzitutto, molti dei questionari spesso utilizzati per valutare le emozioni sono in realtà misure dell'umore. Sebbene concettualmente correlato, l'umore differisce dall'emozione in quanto gli stati d'animo sono in genere più duraturi e creati da stimoli di intensità inferiore (Wagstaff & Tamminen, 2021). Lo stato affettivo, invece, è un termine sommativo usato per riferirsi sia all'umore che all'emozione (Forgas, 1995), mentre quest’ultime sono definite nello sport come esperienze soggettive, brevi e distinte, specificamente causate in risposta a un evento sportivo (Lazarus, 2000; Wagstaff & Tamminen, 2021).
Ma come vengono valutate le emozioni nello sport?
Sebbene differenti scale abbiano offerto preziose opportunità per effettuare misurazioni degli stati affettivi prima e dopo la competizione, esse riportano limitazioni riguardo al loro utilizzo durante la competizione (Ekkakekakis & Petruzzello, 2000; Lane, 2007). Ad esempio, il Profile of Mood States (POMS; McNair et al., 1971) non è stato studiato inizialmente nel contesto sportivo. Tipicamente, gli atleti non hanno il tempo, o in alcuni casi l'inclinazione, per completare questionari complessi durante una partita o un'interruzione ufficiale di gioco (Horvath & Rothlin, 2018). Invece, il Profile of Mood States-Adolescents, chiamato anche Brunel Mood Scale (POMS-A/BRUMS; Terry et al., 1999) è fortemente focalizzato sugli stati d'animo negativi, mentre gli atleti tendono a sperimentarli sia in positivo che in negativo in misura simile (McCarthy, 2011). Inoltre, tale strumento può risentire dell'inclusione delle voci di affaticamento, confusione e depressione che potrebbero non essere considerate rilevanti per lo sport (Nicolas et al., 2019). Alla luce delle limitazioni di cui sopra, Jones et al. (2005) hanno sviluppato lo Sport Emotion Questionnaire (SEQ), utilizzando 22 items e approfondendo cinque fattori (eccitazione, felicità, rabbia, ansia e sconforto) collegati alla prestazione sportiva, senza tuttavia riscontrare particolare successo tra gli atleti.
Attualmente, solo due studi hanno misurato con successo l'influenza dell'atleta all'interno della competizione. Il primo, di Totterdell (2000), ha utilizzato il Positive and Negative Affect Scale (PANAS; Watson et al., 1988) per misurare gli stati d'animo dei giocatori di cricket durante le competizioni. Questo è avvenuto grazie alle lunghe interruzioni del gioco e alle situazioni di attesa prima di battere dei giocatori. Allo stesso modo, van Kleef et al. (2019) hanno valutato le esperienze emotive dei giocatori di calcio durante le partite chiedendo ai partecipanti di completare le misure emotive a metà tempo. Tuttavia, gli autori non hanno utilizzato una scala di misurazione delle emozioni psicrometricamente convalidata.
Freemantle e colleghi, partendo dal test originale con 39 item del SEQ (Jones et al., 2005), propongono quindi lo sviluppo di una nuova scala e misura emotiva, la Brief In-Competition Emotion scale. La scala delle emozioni brevi in gara (BICE), può essere completata più prontamente durante i rapidi intervalli di una competizione e consente più misurazioni nella gara stessa, incoraggiando indagini longitudinali sulle emozioni degli atleti durante le competizioni.
Dopo diversi studi, gli autori hanno strutturato la scala BICE con 10 elementi, suddividendola in cinque fattori latenti teoricamente supportati: rabbia, ansia, sconforto, felicità ed eccitazione (due elementi per ogni fattore). A seguito degli studi sullo sviluppo della scala, è stata anche condotta un'indagine di validità simultanea che ha mostrato che i cinque fattori di scala BICE misuravano le emozioni in modo simile sia al Positive and Negative Affect Scale (Watson et al., 1988) che al BRUMS (Terry et al., 1999), e aveva anche una validità predittiva con misure di performance soggettive e oggettive.
In conclusione, la scala BICE può essere considerata unica nel suo genere, perché malgrado prenda spunto da alcuni elementi della SEQ (Jones et al., 2005), va a valutare gli stati emotivi degli atleti in gara, escludendo ogni forma di interferenza periferica (Freemantle et al., 2021); inoltre, è talmente breve da poter essere completata durante quasi tutte le pause di gioco nello sport.
BIBLIOGRAFIA
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Hanin, Y. L., & Ekkekakis, P. (2014). Emotions in sport and exercise settings. In A. G. Papaioannou, & D. Hackfort (Eds.), International perspectives on key issues in sport and exercise psychology. Routledge companion to sport and exercise psychology: Global perspectives and fundamental concepts (pp. 83–104). Routledge/Taylor & Francis Group.
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