È stato ampiamento dimostrato che i fattori psicologici e mentali giocano un ruolo centrale nella prestazioni degli atleti di alto livello, e che gli interventi di preparazione mentale (ad. es., definizione degli obiettivi, self talk, visualizzazione e rilassamento) hanno un'influenza positiva sulle performance sportive (Tod & Andersen, 2005; Weinberg e Williams, 2001; Vealey, 1994).
Gli atleti, infatti, riportano una maggiore conoscenza, consapevolezza e importanza percepita, nonché riescono ad applicare sul campo le abilità e le tecniche psicologiche insegnate nei loro programmi di mental training.
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Martens (1987) distingue nella preparazione mentale le fasi di educazione, acquisizione e allenamento:
gli atleti, innanzitutto, devono essere informati circa la natura delle abilità e come possono influenzare la prestazione;
successivamente devono seguire un programma strutturato per acquisire ed affinare tali abilità per poi integrarle nelle routine personali, in condizioni di affaticamento e stress, di allenamento e gara.
Quali sono le abilità mentali su cui si può lavorare ?
A tal proposito mi rifaccio al modello di Martens (1987) che propone 5 abilità mentali di base, successivamente modificato da Robazza, Bortoli e Gramaccioni, aggiungendone una sesta.
Un altro autore Vealey (1988; 2007) propone un approccio olistico all’allenamento mentale che enfatizza la crescita della persona nella sua globalità, suddividendo le abilità mentali in:
Abilità di base: che comprendono la volizione, la consapevolezza di sé e l'autostima;
Abilità di prestazione: come la fiducia in sé, l'arousal fisico ottimale e l'attenzione ottimale;
Abilità personali: che riguardano aspetti interpersonali e la gestione dello stile di vita;
Abilità di squadra: come la leadership, la coesione, la comunicazione e la fiducia nel team.
Di solito solo quando un giovane atleta entra nell’età adolescenziale ed aspira ad un livello agonistico più elevato l'aspetto mentale viene preso sul serio ed in considerazione.
Ma a che età è giusto iniziare un percorso di preparazione mentale ??
La letteratura ha dimostrato che fin da giovani gli atleti, attraverso un supporto e un allenamento mentale, possono raggiungere il loro pieno potenziale e per esempio non lasciare il proprio sport (Abbott e Collins, 2004; Côté, 1999). La cosa importante è strutturare e tarare programmi specifici di preparazione mentale in base all'età (cronologica e psicologica) dei ragazzi, ma soprattutto in base ai loro obiettivi. Tali attività possono sostenerli sia nel percorso agonistico sportivo, che nella crescita personale in altri ambiti della loro vita (come la scuola), trasferendo le capacità mentali e le tecniche acquisite (Tremayne e Tremayne, 2004). Naturalmente per renderle adatte ai bambini bisogna modificare le metodologie d’intervento, utilizzando il gioco e l'aspetto ludico come elemento fondante del lavoro mentale.
Ovviamente, all'interno di questo processo di crescita devono essere coinvolti sia gli allenatori che i genitori, che possono influenzare positivamente o negativamente le prestazioni, i comportamenti e il benessere psicologico ed emotivo dei giovani atleti (Horn, 2002). E' fondamentale, infatti, che si dimostri sostegno nei confronti del programma mentale, incoraggiando l'atleta a utilizzare e applicare le tecniche mentali studiate, rafforzandone l'efficacia ed evitando pressioni e stress aggiuntivi.
Per chiunque fosse interessato ad approfondirne di più vi consiglio di leggere cosa faccio nella mia pagina personale https://www.sergiocostapsicologosport.com/cosa-fa-psicologo-sport-roma oppure di contattarmi alla mail costasergio@hotmail.it o al numero di telefono +39 3899715681.
Se invece ti interessano altri articoli sulla preparazione mentale potrai trovare nella mia sezione articoli su le convinzioni di efficacia personale, sull'allenamento percettivo-cognitivo, sul livello ottimale di prestazione, e molto altro.
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